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Utente:Melquíades

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Melquíades
it-N Questo utente può contribuire con un livello madrelingua in italiano.
fr-4 Cet utilisateur dispose de connaissances proches de la langue maternelle en français.
de-3 Dieser Benutzer beherrscht Deutsch auf hohem Niveau.
en-3 This user has advanced knowledge of English.
pt-1 Este utilizador tem um nível básico de português.
grc-1 Ὅδε ὁ χρώμενος στοιχειώδη γνῶσιν τῆς ἀρχαίας ἑλληνικῆς ἔχει.
la-1 Hic usor simplici lingua Latina conferre potest.
Questo utente è un amministratore di Wikipedia in italiano (verifica).

«I am a Communist because I am convinced that the reason we have been forcefully compelled to eke out an existence at the very lowest level of American society has to do with the nature of capitalism. If we are going to rise out of our oppression, our poverty, if we are going to cease being the targets of the racist-minded mentality of racist policemen, we will have to destroy the American capitalist system. We will have to obliterate a system in which a few wealthy capitalists are guaranteed the privilege of becoming richer and richer, whereas the people who are forced to work for the rich, and especially Black people, never take any significant step forward.»

«Le tiers monde est aujourd'hui en face de l'Europe comme une masse colossale dont le projet doit être d'essayer de résoudre les problèmes auxquels cette Europe n'a pas su appor­ter de solutions. [...] Si nous voulons que l'humanité avance d'un cran, si nous voulons la porter à un niveau différent de celui où l'Europe l'a manifestée, alors il faut inventer, il faut découvrir. Si nous voulons répondre à l'attente de nos peuples, il faut chercher ailleurs qu'en Europe. Davantage, si nous voulons répondre à l'attente des Européens, il ne faut pas leur renvoyer une image, même idéale, de leur société et de leur pensée pour lesquelles ils éprouvent épisodiquement une immense nausée. Pour l'Europe, pour nous-mêmes et pour l'humanité, cama­rades, il faut faire peau neuve, développer une pensée neuve, tenter de mettre sur pied un homme neuf.»


Ciao, benvenutǝ nella mia pagina utente!

Chi sono? Nato tra le colline piemontesi negli anni novanta, mi sono iscritto su Wikipedia nell'ormai distante 2009, in una lontana mattina di primavera della mia adolescenza. Dal gennaio 2019 sono amministratore, dopo esserlo già stato dal 2010 al 2012 e dal 2016 al 2018. In passato ho utilizzato i nomi Franz Liszt e K'n-yan, omaggiando rispettivamente lo splendido compositore ungherese, figlio di una passione pianistica ormai tramontata con gli anni, e un racconto di Lovecraft, di cui oggi sinceramente fatico a spiegarmi la scelta (forse semplicemente suonava bene). L'attuale nome utente, sperando sia quello definitivo, viene invece dall'omonimo personaggio di Cent'anni di solitudine di Gabriel García Márquez.

Che cosa faccio nella vita? Fuori di qui sono un dottorando in filosofia di stanza a Parigi. Mi occupo di filosofia continentale contemporanea di area francese e tedesca (in particolare fenomenologia e post-strutturalismo, nonché i loro rapporti con il marxismo), teoria critica e pensiero decoloniale. Tra gli interessi extra-accademici annovero la letteratura, soprattutto letteratura latinoamericana e postmodernismo, e la musica jazz, dal bebop delle origini a Esbjörn Svensson Trio o Portico Quartet. Su Wikipedia mi dedico sulla carta prevalentemente a questi settori, dopo esser passato in età anagraficamente più giovane attraverso le tipologie più disparate di voci. La verità però è che, per carenza di tempo (o di voglia? dopotutto Wikipedia dovrebbe essere un rilassante passatempo), mi occupo praticamente solo di lavoro sporco, verifica delle ultime modifiche e manutenzione varia. Ogni tanto manovro anche MelquíadesBot.

Buon proseguimento a tuttɜ, --Melquíades (msg) 23:08, 4 dic 2023 (CET)



  1. ^ Angela Davis, «I Am a Revolutionary Black Woman» [1970], in Manning Marable e Leith Mullings (a cura di), Let Nobody Turn Us Around. Voices of Resistance, Reform, and Renewal. An African American Anthology, 2a ed., Lanham, Rowman & Littlefield, 2009, p. 460.
  2. ^ Frantz Fanon, Les damnés de la terre [1961], Paris, La Découverte, coll. «Poche», 2002, pp. 304-305.
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