Coordinate: 45°48′N 8°56′E

Albiolo

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Albiolo
comune
Albiolo – Stemma
Albiolo – Bandiera
Albiolo – Veduta
Albiolo – Veduta
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Lombardia
Provincia Como
Amministrazione
SindacoMario Bernasconi (lista civica Albiolo Futura) dal 9-6-2024
Territorio
Coordinate45°48′N 8°56′E
Altitudine423 m s.l.m.
Superficie2,84 km²
Abitanti2 767[1] (31-10-2023)
Densità974,3 ab./km²
Comuni confinantiFaloppio, Olgiate Comasco, Solbiate con Cagno, Uggiate con Ronago, Valmorea
Altre informazioni
Cod. postale22070
Prefisso031
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT013005
Cod. catastaleA164
TargaCO
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 670 GG[3]
Nome abitantialbiolesi
PatronoBeata Vergine Annunciata
Giorno festivo25 marzo
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Albiolo
Albiolo
Albiolo – Mappa
Albiolo – Mappa
Posizione del comune di Albiolo nella provincia di Como
Sito istituzionale

Albiolo (Albiöö in dialetto comasco[4][5], AFI: /alˈbjøː/) è un comune italiano di 2 767 abitanti[1] della provincia di Como in Lombardia, facente parte dell'area dell'Alto Olgiatese.

Geografia fisica

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Vista su Albiolo dalle alture sopra Maslianico

Il comune di Albiolo è collocato su una piccola altura della fascia collinare nord-occidentale della provincia di Como, a breve distanza dal confine con la provincia di Varese e a pochi chilometri dal confine tra l'Italia e la Svizzera. Risulta pertanto inserito nella cosiddetta Regio Insubrica. Tre sono i colli principali su cui si erge: Colle Albiolo, Colle Montenuovo e Colle Muffetta[6]. Il territorio albiolese è occupato, oltre che da abitazioni, da boschi, prati e campi coltivati.

Nella parte orientale di Albiolo sgorga il rio Luretta di Albiolo, immissario del Lura, mentre in quella occidentale nasce il rio Renone, tributario del Lanza[6].

Origini del nome

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Il nome Albiolo si pensa derivi dal latino alveolus ovvero "piccolo alveo", "pozza d'acqua", forma diminutiva di alves, oppure dal dialetto comasco bièl ossia un "trogolo" del tipo usato per dare il cibo ai maiali. L'associazione alla parola "alveolo" può derivare dalla conformazione del territorio. Albiolo infatti è situata sulla spina collinare che fa da argine all'alveo intermorenico.

Albiolo sorse probabilmente attorno al II secolo, come uno degli avamposti militari (presidi) posti dai Romani sulle colline del comasco in seguito alla fondazione di Como[6], a cui il paese fu strettamente legato anche durante il Medioevo.

Albiolo può vantare inoltre il passaggio di Federico Barbarossa, imperatore tedesco che sconfitto dalla Battaglia di Legnano si apprestava a ritornare in Germania.[6]

Gli annessi agli "Statuti di Como" del 1335 citano Albiolo nell'elenco dei comuni che, all'interno della pieve di Uggiate, erano incaricati della manutenzione del ponte che, passando sul Lura, immetteva nel territorio di Gaggino[7].

Lo stemmario Carpani raffigura lo stemma della famiglia de Albiolo, attestandone la presenza nel XV secolo.[8]

Il paese fu parte del Ducato di Milano a partire dalla fine del XIV secolo fino all'epoca napoleonica, durante la quale il comune fu aggregato a Cagno sulla base di un decreto di riorganizzazione del Regno d'Italia datato 1807[9].

Con il ritorno della Lombardia in mano austriaca in seguito alla caduta di Napoleone, Albiolo venne ricostituito come comune autonomo e segui le sorti del Regno Lombardo-Veneto[10]. Dal 1859 Albiolo entro a far parte del Regno di Sardegna e dal 1861 seguì le vicende nazionali dell'Italia[6][11].

Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con D.P.R. del 3 aprile 1957.[12]

«Partito: nel primo d'azzurro, a tre stelle (8) d'oro, male ordinate; nel secondo di rosso, a quattro fasce d'argento; sulla partizione tre monti al naturale, ristretti. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il gonfalone è un drappo partito di rosso e d'azzurro.[13]

Monumenti e luoghi d'interesse

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Architetture religiose

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Oratorio di San Martino

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Oratorio di San Martino
Lo stesso argomento in dettaglio: Oratorio di San Martino (Albiolo).

Un crocevia di strade che congiungono Valmorea, Albiolo e Cagno ospita l'oratorio di San Martino[14][6], detto anche "chiesa di Sant'Anna"[15][6], uno dei monumenti più antichi di Albiolo. L'antico oratorio, che costituisce una delle testimonianze d'arte romanica[15] minore[6] nell'ambito della pieve di Uggiate, risale almeno al XII secolo, ma venne ampliato nel corso del XV secolo[16]. Originariamente dedicato a San Martino di Tours (venerato come protettore degli agricoltori), l'oratorio cambiò il suo nome in occasione di un voto fatto a Sant'Anna durante la peste[16] del 1630. Da allora, l'oratorio costituisce un santuario mariano meta di pellegrinaggi, specialmente durante la sagra che - da oltre cent'anni - viene organizzata in occasione della memoria liturgica di Sant'Anna (nel mese di luglio).[6] La chiesetta custodisce molti affreschi ben conservati di scuola lombarda del XIV e XV secolo, tra cui alcuni attribuiti alla scuola luganese dei de Seregno[15] (1568)[16] e altri che si pensa siano stati realizzati da Giovanni Battista Tarilli[17].

Chiesa parrocchiale della SS. Annunciata

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Campanile della chiesa della Beata Vergine Annunciata

Riccamente decorata, la chiesa della Beata Vergine Annunciata[18] è basata su una chiesa più antica, restaurata e modificata nel 1625. Al suo interno è conservato un dipinto d'altare datato 1579,[19] oltre a un notevole altare maggiore che ospita una rappresentazione statuaria della scena dell'Annunciazione. Inoltre è conservato e venerato un Santissimo Crocifisso, gemello di altri due presenti a Como e a Vertemate, che leggenda vuole sia stato portato in processione del venerdì Santo da Innocenzo XI. La scultura, che già nel XV secolo si trovava nella soppressa chiesa di San Benedetto in Como, fu portata ad Albiolo nel 1790 grazie a un acquisto del parroco di allora, don Angelo Patriarca.[20] In cima all'arco trionfale che introduce al presbiterio trova posto un affresco raffigurante l'ostia consacrata, collocata al centro tra la terza e la quarta frase dell'inno O salutaris hostia. Il presbiterio ospita l'organo (due manuali e pedale), costruito dalla Mascioni (opus 467, 1934).

Architetture civili

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Castello Odescalchi

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Situato dietro la chiesa della Beata Vergine Annunciata, Il Castello Odescalchi[21] sorge sopra un colle che domina Caversaccio e Cagno. La struttura risale al XIII secolo e pare essere stato costruito su resti murari più antichi[22], questi antichi resti si pensa possano essere quelli di un deposito di armi di epoca tardo romana. Nel VI secolo era di proprietà della famiglia Odescalchi. Il castello appartenne a colui che sarebbe successivamente diventato il beato papa Innocenzo XI. Successivamente, il castello fu donato ad un ordine di frati che vi soggiornarono per un certo periodo. Oggi è una residenza privata restaurata tra il 2016 e il 2017.

Centro storico

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È caratterizzato da case a corte, tipiche costruzioni lombarde[19] che derivano dalla domus romana: hanno solitamente tre piani e sono chiuse a fortilizio verso l'esterno, con un ampio cortile interno su cui si affacciavano le stalle ed i laboratori di lavoro, al primo piano le abitazioni con loggiato ed al terzo i granai. Nel cortile si svolgeva la vita legata prevalentemente all'agricoltura. Queste case, tra loro addossate e collegate da strette contrade carrabili e da vicoli pedonali, costituiscono l'antico nucleo di Albiolo. Nel paese la maggior parte delle corti sono state restaurate e le più importanti sono quella del Castell e la Corte Grande.

Evoluzione demografica

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Demografia pre-unitaria

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  • 1751: 473 abitanti[7]
  • 1771: 627 abitanti[23]
  • 1788: 437 abitanti[9]
  • 1809: (prima dell'aggregazione con Cagno): 456 abitanti[9]
  • 1853: 590 abitanti[10]

Demografia post-unitaria

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Abitanti censiti[24]

Tradizioni e folclore

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Skyline di Albiolo al tramonto

Nel dialetto locale, gli abitanti di Albiolo sono chiamati curbatt, cioè corvi. Il soprannome deriverebbe da una storia popolare secondo la quale la gente di Cagno, vedendo che cresceva dell'erba sul campanile del paese, decise di far salire in cima ad esso, per mezzo di una carrucola, un asino legato a una corda, affinché mangiasse l'erba che era cresciuta. Tuttavia le cose non andarono come essi avevano sperato, perché l'asino, che era stato legato per il collo, morì strozzato prima di arrivare in cima. I cagnesi chiamarono poi gli abitanti dei paesi limitrofi per cucinare e mangiare l'asino. Arrivarono quindi, in successione, le genti di:

  • Caversaccio (nel comune di Valmorea), che macellarono l'asino, da cui il soprannome Peraa (scuoiatori);
  • Bizzarone, che portarono il carbone per far cuocere l'asino, da cui il soprannome Carbunatt;
  • Casanova (nel comune di Valmorea), che divorarono buona parte dell'asino, da cui Gòss, ossia ingordi;
  • Binago, che invece di mangiare l'asino direttamente in loco, riempirono i grembiuli con più carne possibile e la portarono a casa, da cui il soprannome Scusaritt (che significa grembiulini);
  • Albiolo, i cui abitanti arrivano in ritardo, trovarono solo pochi resti e vi si buttarono sopra come corvi, da cui il soprannome già citato;
  • Rodero, ultimi, che non trovarono nulla e tornarono a casa a bocca asciutta, da cui il soprannome Rabiaa (che significa arrabbiati).

Infrastrutture e trasporti

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Da Albiolo è possibile spostarsi in tutta la provincia di Como e parzialmente in quella di Varese grazie ai servizi di FNM Autoservizi, ciò anche grazie alla presenza del deposito degli autobus presente sul confine Albiolo-Solbiate (dove sorgeva la stazione Solbiate-Albiolo, vedi voce "Ferrovie").

Foto storica della Stazione di Solbiate-Albiolo
Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione di Solbiate-Albiolo e Ferrovia Como-Varese.

Dal 1885 al 1966 era in funzione la Ferrovia Como-Varese delle Ferrovie Nord Milano, a scartamento ordinario, che ad Albiolo aveva la sua stazione ferroviaria insieme al comune di Solbiate. Nel 1948 la ferrovia venne elettrificata e nel 1966 venne soppressa definitivamente e abbandonata. Con la chiusura di questa linea si è perso un importante collegamento diretto con Como, Varese e Laveno.

  1. ^ a b Dato Istat - Popolazione residente al 30 novembre 2020 (dato provvisorio).
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ AA.VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Garzanti, 1996, p. 17
  5. ^ Per il dialetto comasco, si utilizza l'ortografia ticinese, introdotta a partire dal 1969 dall'associazione culturale Famiglia Comasca nei vocabolari, nei documenti e nella produzione letteraria.
  6. ^ a b c d e f g h i Comune di Albiolo, su comune.albiolo.co.it. URL consultato il 17 aprile 2020.
  7. ^ a b Comune di Albiolo, sec. XIV - 1757 – Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 27 aprile 2020.
  8. ^ De Albiolo - WikiBrands, su wikibrands.eu. URL consultato il 19 febbraio 2022.
  9. ^ a b c Comune di Albiolo, 1798 - 1809 – Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 27 aprile 2020.
  10. ^ a b Comune di Albiolo, 1816 - 1859 – Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 27 aprile 2020.
  11. ^ Comune di Albiolo, 1859 - [1971] – Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 27 aprile 2020.
  12. ^ Albiolo, su Archivio Centrale dello Stato.
  13. ^ Bozzetti di stemma e gonfalone del Comune di Albiolo, su ACS, Raccolta dei disegni degli stemmi di comuni e città. URL consultato il 16 ottobre 2024.
  14. ^ Chiesa di S. Martino, Via per Caversaccio - Albiolo (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 17 aprile 2020.
  15. ^ a b c RomaniCOMO, su romanicomo.it. URL consultato il 22 marzo 2020 (archiviato dall'url originale il 15 agosto 2020).
  16. ^ a b c Albiolo, antica chiesa di San Martino ora dedicata a Sant'Anna, su VaresePress, 11 febbraio 2015. URL consultato il 25 novembre 2023 (archiviato dall'url originale il 25 novembre 2023).
  17. ^ TCI, Guida d'Italia [...], p. 283.
  18. ^ Chiesa della Beata Vergine Annunciata - complesso, Piazza della Chiesa - Albiolo (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 17 aprile 2020.
  19. ^ a b Borghese, p. 70.
  20. ^ Cenni Storici del SS. Crocifisso di Albiolo, opuscolo disponibile all'interno della chiesa
  21. ^ Castello Odescalchi, Via Odescalchi, 1 - Albiolo (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 17 aprile 2020.
  22. ^ Tutte le fortificazioni della provincia di Como in sintesi, Castelli della Lombardia, su mondimedievali.net. URL consultato il 17 aprile 2020.
  23. ^ Comune di Albiolo, 1757 - 1797 – Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 27 aprile 2020.
  24. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  • Annalisa Borghese, Albiolo, in Il territorio lariano e i suoi comuni, Milano, Editoriale del Drago, 1992, p. 70.
  • Touring Club Italiano (a cura di), Guida d'Italia - Lombardia (esclusa Milano), Milano, Touring Editore, 1999, ISBN 88-365-1325-5.
  • Mario Mascetti, Albiolo: storia di un paese di collina, Comune di Albiolo, 2006.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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