Pieve di Mezzate
Pieve di Mezzate | |||||
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Informazioni generali | |||||
Capoluogo | Mezzate 180 abitanti (1751) | ||||
Dipendente da | Provincia di Milano | ||||
Suddiviso in | 3 comuni | ||||
Amministrazione | |||||
Forma amministrativa | Pieve | ||||
Podestà | lista sconosciuta | ||||
Organi deliberativi | Consiglio generale | ||||
Evoluzione storica | |||||
Inizio | XIV secolo | ||||
Causa | Secolarizzazione delle pievi | ||||
Fine | 1797 | ||||
Causa | Invasione napoleonica | ||||
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Cartografia | |||||
Pieve dei Santi Pietro e Paolo | |||||
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Informazioni generali | |||||
Capoluogo | Mezzate 180 abitanti (1751) | ||||
Dipendente da | Arcidiocesi di Milano | ||||
Suddiviso in | 4 parrocchie | ||||
Amministrazione | |||||
Forma amministrativa | Pieve | ||||
Prevosto | vedi sotto | ||||
Evoluzione storica | |||||
Inizio | XIII secolo | ||||
Causa | Istituzione delle pievi | ||||
Fine | 1938 | ||||
Causa | Decreto del cardinale Schuster | ||||
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Cartografia | |||||
La pieve di Mezzate o pieve dei Santi Pietro e Paolo di Mezzate (in latino: Plebis Mezzatensis o Plebis Sanctorum Petri et Pauli Mezzatensis) era il nome di un'antica pieve dell'arcidiocesi di Milano e della Ducato di Milano con capoluogo Mezzate, oggi frazione di Peschiera Borromeo, distinguendosi come una delle più piccole plebanìe dell'area lombarda, tanto da essere oggi riunita in un unico comune.
I patroni sono i santi Pietro e Paolo a cui è ancora adesso dedicata la chiesa prepositurale di Mezzate.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il primo documento storico che attesta l'esistenza della pieve di Mezzate è il "Liber Notitiae Sanctorum Mediolanensis" di Goffredo da Bussero, il quale cita già la presenza di quattro chiese nel territorio plebano e l'istituzione di Mezzate come capopieve. La pieve aveva da sempre mantenuto dimensioni piuttosto circoscritte e nel XV secolo permanevano solo sei canonici oltre al prevosto nella collegiata e quattro rimanevano sempre le parrocchie sottoposte alla cura d'anime di Mezzate.[1]
Col Rinascimento la pieve assunse anche una funzione amministrativa civile come ripartizione locale della Provincia del Ducato di Milano, al fine di ripartire i carichi fiscali e provvedere all'amministrazione della giustizia.[2]
Anche questa pieve ecclesiastica, come altre a partire dal Cinquecento, dovette uniformarsi al costume del vicariato che andò a sostituirsi quasi completamente all'attività plebana, introducendone la sua decadenza.[1]
Dal punto di vista civile, fu solo nell'anno 1797 che la pieve amministrativa venne soppressa in seguito all'invasione di Napoleone e alla conseguente introduzione di nuovi e più moderni distretti.[3]
In ambito religioso, date le ridotte dimensioni e la crescita ben maggiore di altri centri nella stessa area, nel 1938 la sede plebana venne trasferita per opera del cardinale Alfredo Ildefonso Schuster dalla prepositurale di Mezzate a quella di Linate al Lambro che venne costituita pieve per una cinquantina d'anni prima delle soppressioni degli anni settanta.[1] Il suo antico territorio ricade nel decanato di San Donato-Peschiera Borromeo e comprende 4 parrocchie.
Territorio
[modifica | modifica wikitesto]Nella seconda metà del XVIII secolo, dopo l'aggregazione di Canzo a Mezzate, il territorio della pieve era così suddiviso:
Pieve civile | Pieve ecclesiastica |
Comune di Mezzate | Parrocchia prepositurale dei Santi Pietro e Paolo |
Comune di Linate | Parrocchia di Sant'Ambrogio |
Comune di Peschiera | Parrocchia dei Santi Cosma e Damiano Parrocchia di San Bovio |
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Liber notitiae sanctorum Mediolani di Goffredo da Bussero. Manoscritto della Biblioteca Capitolare di Milano, a cura di M. Magistretti, U. Monneret de Villard, Milano, 1917.
- Diocesi di Milano. Sinodo 46°, Milano, 1972, Pubblicazione curata dall'ufficio stampa della Curia arcivescovile di Milano.
- G. Vigotti, La diocesi di Milano alla fine del secolo XIII. Chiese cittadine e forensi nel “Liber Sanctorum” di Goffredo da Bussero, Roma, 1974.
- Istituzione dei nuovi vicariati urbani e foranei, 11 marzo 1971, Giovanni Colombo, arcivescovo di Milano, Rivista Diocesana Milanese, 1971.