Riserva regionale Valle del Foro

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Riserva regionale Valle del Foro
Le cascate del fiume Foro che attraversa la riserva
Tipo di areaRiserva naturale regionale
StatiItalia (bandiera) Italia
Regioni  Abruzzo
Province  Chieti
ComuniPretoro
Superficie a terra5 km²
Superficie a terra472 ha
Provvedimenti istitutiviL.R. 04/12/1991, n. 75[1]
L.R. 24/03/1999, n. 17[2]
GestoreComune di Pretoro[1]

La riserva regionale Valle del Foro è stata un'area naturale protetta di 472 ha, istituita nel 1991 e situata nel comune di Pretoro, in provincia di Chieti[1].

Accesso alla grotta dell'Eremita

La riserva occupa una superficie di 472 ha, pari a quasi km², e ricade nel territorio del comune di Pretoro, suo gestore[3]. Il proprio areale vede la presenza del fiume Foro, le cui acque hanno scavato nel corso del tempo l'omonima valle, che conferisce il nome all'area protetta[3] e che in passato riforniva i centri abitati, i mulini e i torni della zona[4]. I sentieri che attraversano la riserva si trovano ricoperti di alberi a fustaia (in particolare nella zona del bosco di Cesano e in località Asinara), utilizzati in passato per la lavorazione del legno o per ricavarne legna da ardere, mantenendo ciononostante il pieno rispetto dell'integrità dell'ambiente[5]. Presenta inoltre nel proprio perimetro una delle faggete d'alto fusto più conservate del parco nazionale della Maiella[6]. Nella parte alta della riserva, dove le pareti e le balze rocciose si rendono evidenti, si trovano caverne come la grotta dell'Eremita, frequentata in passato dagli uomini primitivi e dagli anacoreti[6].

La riserva è stata istituita con legge regionale n. 75 del 4 dicembre 1991 come riserva naturale regionale[3], ma sempre nello stesso anno inclusa nel territorio del parco nazionale della Maiella e quindi abrogata nel 1999[2]. La data del 1991 la rende la riserva del parco di più recente istituzione[6].

La colombina solida, rara specie floreale della riserva
La salamandra appenninica, specie faunistica simbolo della riserva

La flora della riserva comprende per le piante erbacee e floreali, specie di bucaneve, colombina solida, erba trinità, felce aculeata, giglio martagone, lingua cervina, parnassia palustre e scilla silvestre, mentre per quanto riguarda le piante arboree, vi sono specie di acero campestre, agrifoglio, carpino nero, faggio, fior di stecco, olmo montano, orniello, pino nero (frutto di riforestamenti)[4], pungitopo maggiore, sorbo, tasso e tiglio selvatico[3]. Tra le specie di funghi presenti, vi è l'orecchio di Giuda[7].

La fauna della riserva annovera per i grandi e i piccoli mammiferi, specie di capriolo, lupo appenninico, martora, orso bruno marsicano, puzzola, scoiattolo e volpe, e tra gli uccelli, rapaci e non, specie di astore, balia dal collare, cincia bigia, cincia mora, cinciallegra, gufo reale, luì verde, picchio dalmatino, picchio dorsobianco e poiana[3]. L'ittiofauna comprende specie di salamandra appenninica, simbolo della riserva, salamandrina settentrionale, tritone crestato e ululone dal ventre giallo per gli anfibi, mentre tra i pesci vi è la trota fario[8]. Gli invertebrati presenti sono rappresentati dalla farfalla Parnassius apollo[6].

  1. ^ a b c Regione.abruzzo.it.
  2. ^ a b Legge regionale 24 marzo 1999, n. 17, su gazzettaufficiale.it.
  3. ^ a b c d e Pellegrini e Febbo (1998), pp. 125-128; Regione.abruzzo.it.
  4. ^ a b Sentiero E2: Valle del Foro, su parcomajella.it.
  5. ^ Comune.pretoro.ch.it.
  6. ^ a b c d Pellegrini e Febbo (1998), pp. 125-128.
  7. ^ Tieri (2009), p. 173.
  8. ^ AA.VV. (1997), vol. 1, p. 47; Pellegrini e Febbo (1998), pp. 125-128.
  • AA.VV., Il Parco Nazionale della Majella. Guida ai 38 Paesi del Parco, collana Collana ai Parchi d'Abruzzo, vol. 1 e 2, Pescara, Multimedia Edizioni, 1997, ISBN non esistente.
  • Massimo Pellegrini e Dario Febbo (a cura di), Abruzzo: guida ai parchi e riserve naturali, collana Abruzzo, natura forte del Mediterraneo, Pescara, Carsa Edizioni, 1998, ISBN 88-86525-02-8.
  • Maria Rosaria Tieri e Nino Tieri, Funghi d'Abruzzo, Bellante, Paper's World, 2009, ISBN non esistente.

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]