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Sangiaccato di Clissa

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Sangiaccato di Clissa
Informazioni generali
CapoluogoKlis (1537-1648), Livno (1648-1826)
Dipendente daImpero ottomano (bandiera) Impero ottomano
Amministrazione
Forma amministrativaSangiaccato
Evoluzione storica
Inizio12 marzo 1537
CausaAssedio di Clissa
Fine1826
CausaDissoluzione
Preceduto da Succeduto da
Regno di Croazia (Asburgo)





Oggi parte di
Repubblica di Venezia
Impero ottomano (bandiera) Sangiaccato di Bosnia
Impero ottomano (bandiera) Sangiaccato di Krka
Croazia (bandiera) Croazia
Bosnia ed Erzegovina (bandiera) Bosnia ed Erzegovina

Il sangiaccato di Clissa[1][2][3] o di Klis[4][5] (in turco Kilis Sancağı; in serbo-croato Kliški sandžak) era un sangiaccato dell'Impero ottomano la cui sede era inizialmente nella fortezza di Clissa a Klis (nell'odierna Croazia) fino alla cattura da parte della Repubblica di Venezia nel 1648, e in seguito centrata a Livno tra il 1648-1826.

Il Sangiaccato di Clissa fu istituito il 12 marzo 1537, dopo la vittoria ottomana nell'assedio di Clissa.[6] Clissa era la roccaforte degli Uscocchi e spina nel fianco sia sul lato veneziano che ottomano.[7] Fu catturata dalle forze ottomane comandate da Murat Beg Tardić per conto di Gazi Husrev-beg che era il sanjak-bey del Sangiaccato di Bosnia.

Divisione amministrativa

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Il territorio del Sangiaccato di Clissa era composto dai territori di recente conquista della Bosnia occidentale, della Dalmazia (con i fiumi Cetina, Krka e Zrmanja),[8] Lika e Krbava.[9] Il vilayet Hırvat fu sciolto quando fu annesso dal nuovo sangiaccato di Klis nel 1537.[10][11]

La prima indagine del territorio del Sangiaccato di Clissa venne effettuata nel 1540 nell'ambito del defter del Sangiaccato di Bosnia. Il defter del 1550 è il più antico conservato del Sangiaccato di Clissa.[12] Questi defter dell'inizio del XV secolo mostrano che il territorio di questo sangiaccato era spopolato.[13][14] Gli ottomani popolarono le terre desolate con una nuova ondata di pastori.[14]

Il sangiaccato di Clissa faceva parte dell'Eyalet di Bosnia sin dalla sua fondazione nel 1580, come descritto dal famoso viaggiatore ottomano Evliya Çelebi.[15]

Murat-beg Tardić fu nominato primo sanjak-bey del sangiaccato di Clissa.[16] Tardić rimase in quella posizione fino al 1544, quando fu nominato al posto di sanjak-bey del Sangiaccato di Požega.[17] Malkoč-beg morì nel 1545 in qualità di sanjak-bey di Clissa.[18] Sinan, figlio della moglie del sultano e sanjak-bey del sangiaccato di Clissa, morì nel 1593 in una battaglia.[19] Nel 1596 sanjakbey era Mustafa-pasha Pijade-pašić.[20] Nel periodo 1609-1615 il sanjakbey era Zulfikar-pasha Atlagić il cui successore Piri-pasha lo uccise nel 1616.[21] Nel 1645 il sanjak-bey era Miralem di etnia albanese.[22] Nel 1648 sanjak-bey fu Mehmed Mustajbegović che perse Clissa a favore dei veneziani.[23]

  1. ^ Agostino Borromeo, Pierantonio Piatti e Hans Ernst Weidinger, Europa cristiana e Impero Ottomano: Momenti e Problematiche, Hollitzer Wissenschaftsverlag, 26 novembre 2020, p. 39, ISBN 978-3-99012-187-0. URL consultato il 1º ottobre 2021.
  2. ^ Riccardo Predelli, I libri commemoriali della Republica di Venezia: Regestri, Cambridge University Press, 8 marzo 2012, p. 35, ISBN 978-1-108-04631-2. URL consultato il 1º ottobre 2021.
  3. ^ Archivio di Stato di Venezia, I "documenti turchi" dell'Archivio di Stato di Venezia: inventario della miscellanea a cura di Maria Pia Pedani Fabris, Ministero per i beni culturali e ambientali, Ufficio centrale per i beni archivistici, 1994, p. 142, ISBN 978-88-7125-090-8. URL consultato il 1º ottobre 2021.
  4. ^ Stevka Šmitran, Gli Uscocchi: pirati, ribelli, guerrieri tra gli imperi ottomano e asburgico e la Repubblica di Venezia, Marsilio, 2008, p. 45, ISBN 978-88-317-9705-4. URL consultato il 1º ottobre 2021.
  5. ^ Storia dell'Impero Osmano estratta la maggior parte da manoscritti e archivj ... opera originale tedesca del signor Giuseppe cav. De Hammer ... Illustrata ed arricchita di molte aggiunte dallo stesso autore e recata in italia dai: Epoca terza dal 1520 al 1574, 1830, p. 698. URL consultato il 1º ottobre 2021.
  6. ^ (EN) Francis Ralph Preveden, A History of the Croatian People from Their Arrival on the Shores of the Adriatic to the Present Day: With Some Account of the Gothic, Roman, Greek, Illyrian, and Prehistoric Periods of the Ancient Illyricum and Pannonia, Philosophical Library, 1955, p. 43. URL consultato il 1º ottobre 2021.
  7. ^ Radovan Samardžić, Istorija srpskog naroda, Srpska knjiiževna zadruga, 1981, p. 163.

    «Ћехаје босанског намесника Хусрев-бега, на злу гласу по свој јужној крајини Мурат-бег Тардић, на препад је 12. марта 1537. освојио тврђаву Клис, који је као ускочко гнездо био трн у оку не само Турцима него и Млечанима.»

  8. ^ Владимир Бабић, Историја народа Југославије, Просвета, 1960, p. 122.
  9. ^ Prilozi, Institut, 1978, p. 124.
  10. ^ Mogućnosti, Matica hrvatska, Split, 2000, p. 75.
  11. ^ International Research Project "Triplex Confinium." International Conference, Tolerance and Intolerance on the Triplex Confinium: Approaching the "other" on the Borderlands Eastern Adriatic and Beyond, 1500-1800, CLEUP, 2007, p. 187, ISBN 978-88-6129-300-7.
    «Concerning the bordering Croat vilayet (in the Klis sandzak from 1537) ...»
  12. ^ Michalis N. Michael, Matthias Kappler e Eftihios Gavriel, Archivum Ottomanicum, Mouton., 2009, p. 276.
  13. ^ Drustvo Istoricara Bosne i Hercegovine Sarajevo, Godisnjak, 1962, p. 237.
  14. ^ a b Sima M. Cirkovic, The Serbs, John Wiley & Sons, 15 April 2008, p. 117, ISBN 978-1-4051-4291-5.
  15. ^ Evliya Çelebi e Hazim Šabanović, Putopisi: odlomci o jugoslovenskim zemljama, Sarajevo-Publishing, 1996, p. 138.
  16. ^ Društvo istoričara Bosne i Hercegovine, Godišnjak: Annuaire, 1952, p. 163.
  17. ^ Na izvorima historije, Školska knjiga., 1962, p. 211.
  18. ^ Glasnik Zemaljskog muzeja u Sarajevu, 1952, p. 302.
  19. ^ Srpska akademija nauka i umetnosti, Posebna izdanja, 1932, p. 123.
    «... и Синан, клишки санџак, иначе син једне султанице.»
  20. ^ Jovan N. Tomić, Grad Klis u 1596 godini, Srpska kraljevska akademija, 1908, p. 106.
  21. ^ Jugoslavenska akademija znanosti i umjetnosti, Starine, 1962, p. 374.
  22. ^ Marko Jačov, Srbi u mletačko-turskim ratovima u XVII veku, Sveti arhijerejski sinod Srpske pravoslavne crkve, 1990, pp. 14, 105.
  23. ^ Radovan Samardžić, Istorija srpskog naroda, Srpska knjiiževna zadruga, 1981, p. 353.