Conclave dell'agosto 1978
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Papa Giovanni Paolo I | |||
Durata | Dal 25 al 26 agosto 1978 | ||
Luogo | Cappella Sistina, Città del Vaticano | ||
Partecipanti | 111 (3 assenti) | ||
Scrutini | 4 | ||
Decano | Carlo Confalonieri | ||
Primo cardinale elettore | Jean-Marie Villot | ||
Vice Decano | Paolo Marella | ||
Camerlengo | Jean-Marie Villot | ||
Protodiacono | Pericle Felici | ||
Segretario del conclave | Ernesto Civardi | ||
Eletto | Giovanni Paolo I (Albino Luciani) | ||
Il conclave dell'agosto 1978 venne convocato a seguito della morte di papa Paolo VI, avvenuta a Castel Gandolfo il 6 agosto dello stesso anno. Si svolse nella Cappella Sistina dal 25 al 26 agosto e, dopo quattro scrutini, venne eletto papa il cardinale Albino Luciani, patriarca di Venezia, che assunse il nome di Giovanni Paolo I. L'elezione venne annunciata dal cardinale protodiacono Pericle Felici.
Situazione generale
[modifica | modifica wikitesto]Paolo VI aveva provveduto, negli anni, a "plasmare" il collegio cardinalizio a sua immagine, sia escludendo dal voto i cardinali ultraottantenni con il motu proprio Ingravescentem Aetatem del 21 novembre 1970[1] e con la costituzione apostolica Romano Pontifici Eligendo del 1º ottobre 1975,[2] sia nominando un gran numero di cardinali non europei che entrarono in conclave in numero pari a quelli europei.[3] Dei 111 elettori, infatti, solo dodici non erano stati nominati in precedenza e, pertanto, i "montiniani" dell'ala riformista e del "grande centro" rappresentavano la maggioranza del conclave.[3] Costoro erano orientati ad affrontare i diversi problemi della Chiesa seguendo la strada delle innovazioni varata dal Concilio Vaticano II, avvalorando le richieste di sviluppo della collegialità episcopale e di aumento delle competenze del Sinodo dei vescovi.[4]
Fra i montiniani-riformisti la figura di maggior spicco era l'incaricato del Segretariato per i non cristiani Sergio Pignedoli, considerato il "delfino" del papa scomparso[5]. L'arcivescovo di Firenze Giovanni Benelli, cui facevano riferimento una cinquantina di elettori del "grande centro montiniano",[6] propose come mediazione fra gli schieramenti la candidatura del patriarca di Venezia Albino Luciani, sul quale si concentrarono le attenzioni dei porporati provenienti dal terzo mondo e di qualche italiano.[7] Nel corso di una visita pastorale a Venezia, il 16 settembre 1972, Paolo VI, al termine della messa in piazza San Marco, si era infatti tolto la stola papale e l'aveva messa sulle spalle del patriarca Luciani davanti a ventimila persone, con un gesto che sembrava quello di un'investitura. Già allora la stampa aveva ritenuto che il Papa avesse scelto il suo successore. Luciani, complice la sua indole schiva e timida, non pareva intenzionato ad accettare un'eventuale candidatura: il suddetto gesto pubblico di papa Montini, del resto, l'aveva visibilmente imbarazzato.[8] Nonostante ciò, i cardinali del terzo mondo continuarono a far leva su di lui per tutto il periodo precedente l'inizio del conclave.
Tuttavia, secondo il vaticanista Benny Lai, diversi porporati avrebbero manifestato una sorta di malcontento di fronte ad alcuni atteggiamenti di Paolo VI, spesso percepito come insicuro e indeciso, e avrebbero fatto emergere la necessità di sostituire la figura titubante del defunto pontefice con qualcuno che operasse interventi decisi per risolvere i problemi della Chiesa, come la crisi delle vocazioni e le disobbedienze nate a seguito del Concilio.[9] In questo contesto il gruppo curiale-conservatore, che puntava all'elezione di un papa favorevole a una restaurazione dottrinale, disciplinare e liturgica per un ritorno all'ortodossia tradizionale, non raggiungeva nemmeno un terzo dei voti sufficienti a bloccare l'elezione di un candidato.[4] Fra il 7 e il 24 agosto i porporati parteciparono a quattordici congregazioni generali presiedute dal cardinale Carlo Confalonieri. Nelle riunioni nessun cardinale ritenne opportuno aprire dibattiti sul modo di governare di papa Montini.
La Curia romana si rivolse al cardinale Giuseppe Siri, arcivescovo di Genova, per sapere se avrebbe accettato un'eventuale candidatura in funzione conservatrice, e Siri si dichiarò disponibile.[10] La sua disponibilità venne comunicata a tutti i cardinali conservatori, che si schierarono dalla sua parte, mentre il cardinale Sebastiano Baggio sembrava più gradito all'Opus Dei.[5]
I nomi di Siri e di Luciani apparvero come candidati principali sui quotidiani Il Tempo e il Resto del Carlino. Anche secondo La Nazione i due veri candidati erano solo Siri e Luciani.[11] Il parigino Le Matin pronosticò l'elezione di Luciani, indicandolo come candidato di compromesso in grado di raccogliere il consenso degli innovatori per la sua sensibilità verso i problemi sociali, e dei conservatori per la sua scheda biografica teologicamente ineccepibile,[8] mentre l'Espresso dava per favorito il cardinale Benelli,[8] sul quale avrebbe potuto coagularsi il voto di tutti i cardinali montiniani.[12] I bookmakers di Londra ritenevano favoriti i cardinali Baggio e Poletti, appaiati alla quota di 3 e mezzo, seguiti da Benelli a 4, Pignedoli a 5 e l'olandese Willebrands a 8. Luciani non era neanche preso in considerazione.[13]
Apertura del conclave
[modifica | modifica wikitesto]Il 25 agosto i cardinali celebrarono, all'interno della basilica di San Pietro, la messa Pro Eligendo Romano Pontifice, presieduta dal cardinale Villot, al termine della quale si trasferirono nella Cappella Sistina, le cui porte si chiusero la sera dello stesso giorno.[14] Gli elettori erano 111 e il quorum da raggiungere per l'elezione era fissato a 75 voti. Erano assenti i cardinali Valerian Gracias di Bombay, gravemente ammalato, John Joseph Wright, prefetto della Congregazione per il clero, e il polacco Bolesław Filipiak. Poiché il conclave si svolse durante l'estate e le finestre erano state tutte sigillate per garantire la segretezza delle votazioni, il caldo era quasi insopportabile per gli anziani porporati. Si trattava del conclave più numeroso mai convocato. Per questo motivo, i tradizionali troni con baldacchino vennero sostituiti da dodici lunghi tavoli. I cardinali Karol Wojtyła, Aloísio Lorscheider e Bernardin Gantin furono sorteggiati come scrutatori durante le votazioni.
Come da lunga e consolidata prassi, i porporati erano ospitati all'interno di varie stanze del Palazzo Apostolico, adattate a camere per l'occasione, in stato di clausura (le finestre erano imbiancate e sigillate). La sistemazione, per la sua natura posticcia e complice il periodo estivo, era precaria e disagevole: in assenza di impianti di condizionamento dell'aria, la temperatura interna era molto elevata e ben pochi cardinali potevano disporre di servizi igienici nei pressi della loro stanza, dovendo pertanto condividerli con gli altri votanti. Come annotò il cardinale Léon-Joseph Suenens: «La mia camera era un forno. Una specie di sauna, è difficile immaginare cosa vuol dire dormire in un forno. C'era solo una finestra, ma sigillata. L'indomani, con la forza delle mani, riuscii a far saltare i sigilli: che dono divino l'ossigeno e un po' d'aria fresca! La mia stanza, la numero 88, era in comunicazione con la numero 86, assegnata al cardinale Duval. Dovevo passare attraverso quella per entrare nella mia. Io avevo l'acqua corrente in camera. Il cardinale Luciani, e insieme a lui molti altri, disponeva solo di una brocca d'acqua».[15][16]
Dello stesso avviso le memorie del cardinale Silvio Oddi: «I cardinali erano quasi tutti persone d'età, con problemi di prostata, affaticati, con un bagno ogni dieci persone. Io dormivo vicino alla toilette, ma vedevo dei poveri vecchi di notte fare sessanta metri di corridoio per arrivare al bagno e trovarlo occupato. Una pena, un'umiliazione! I pasti erano preparati dalle brave suore, buone cuoche, gentili e silenziose. A tavola servivano sei o sette camerieri che facevano parte del personale e che poi venivano allontanati. I cardinali dovevano anche rifarsi il letto».[17] Il problema del caldo si presentò anche nella Cappella Sistina, soprattutto al momento di incenerire le schede per la canonica "fumata": a fronte dell'aria irrespirabile, alcuni cardinali chiesero e ottennero che venissero almeno socchiuse le finestre del tempio.[18]
Votazioni
[modifica | modifica wikitesto]Il primo scrutinio avvenne la mattina del 26 agosto, giorno successivo alla messa Pro Eligendo Romano Pontifice. Secondo il cardinale Léon-Joseph Suenens il primo scrutinio, la mattina, avrebbe espresso una rosa di nomi, dalla quale il più votato sarebbe stato Siri.[17] Stando alle confidenze del cardinale Mario Casariego y Acevedo, Siri sarebbe stato il candidato più votato, immediatamente seguito, in ordine di preferenze, da Luciani, poi da Pignedoli e da Baggio.[17]
Dopo la seconda votazione si levò dal comignolo della Sistina, alle 12:02 dello stesso giorno, la fumata nera. Il cardinale Vicente Enrique y Tarancón dichiarò che, durante la pausa per il pranzo, riunì nella propria cella numerosi porporati, fra i quali Léon-Joseph Suenens, Bernard Jan Alfrink, Franz König e Joseph Marie Anthony Cordeiro, per decidere sulla scelta fra Siri e Luciani, i due candidati che, fino ad allora, avevano riscosso il maggior numero di consensi.[17] Tarancón disse che il gruppo si orientò su Luciani perché era dotato di una personalità più sfumata rispetto a Siri.[17]
Al terzo scrutinio, dopo la pausa per il pranzo, i voti per Luciani, secondo il cardinale Casariego, registrarono una forte impennata arrivando a 70, facendogli dunque sfiorare il quorum delle 75 preferenze necessario per ottenere l'elezione.[19] Il cardinale Franz König dichiarò che una grossa convergenza dei voti apparve al terzo scrutinio.[19] Secondo i conteggi di Casariego e di David Yallop, tale incremento dei suffragi in favore di Luciani sarebbe provenuto maggiormente dal serbatoio di voti conservatori di Siri piuttosto che da quello progressista di Pignedoli, che, nel terzo scrutinio, ne riscosse ancora dieci[20].
Al quarto scrutinio, nel pomeriggio del 26 agosto, Albino Luciani venne eletto papa con circa cento voti su 111 e assunse il nome di Giovanni Paolo I. Alle 18:24 si levò dal comignolo della Cappella Sistina la fumata bianca. Il cardinale Pericle Felici diede il tradizionale annuncio dell'Habemus Papam e il nuovo pontefice si affacciò alla loggia centrale della basilica di San Pietro. A questo conclave erano presenti i futuri Giovanni Paolo II (Karol Wojtyła) e Benedetto XVI (Joseph Ratzinger): fu dunque il primo conclave dal 1721 a cui parteciparono tre futuri papi. La clausura del conclave venne prolungata fino al mattino del giorno seguente.[21]
Diversi autori hanno fornito ciò che pretende essere il risultato delle votazioni del conclave. I dettagli dei vari scrutini, tuttavia, non possono essere rivelati dai cardinali, pena la scomunica, ma questo fu il primo conclave nel quale erano esclusi i cardinali ultraottantenni. Questi ultimi erano ammessi a partecipare alle riunioni preparatorie, ma non erano tenuti a prestare il giuramento di segretezza come i cardinali elettori. È dunque possibile che questi porporati abbiano rivelato particolari uditi dai cardinali che parteciparono attivamente al conclave. Il cardinale Giuseppe Siri, alla domanda su cosa pensasse delle rilevazioni non autorizzate dei voti dei conclavi, rispose: «Il fatto è che ci sono molti chiacchieroni... Come quella volta che a tavola con re Juan Carlos c'era un cardinale non europeo. Si mise a parlare del conclave, si diede una gran pacca sulla fronte e si rimproverò: "Ma che dico, quasi cascavo nella scomunica!"».[22]
Conteggio Casariego
[modifica | modifica wikitesto]Secondo le confidenze del cardinale Mario Casariego y Acevedo, i seguenti sarebbero i voti dei vari scrutini:[23]
Mattino del 26 agosto, primo scrutinio
[modifica | modifica wikitesto]Cardinali | Voti |
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Giuseppe Siri | 25
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Albino Luciani | 23
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Sergio Pignedoli | 18
|
Sebastiano Baggio | 9
|
Franz König | 8
|
Paolo Bertoli | 5
|
Eduardo Francisco Pironio | 4
|
Pericle Felici | 2
|
Aloísio Lorscheider | 2
|
Altri | 15
|
Secondo scrutinio
[modifica | modifica wikitesto]Cardinali | Voti |
---|---|
Albino Luciani | 53
|
Giuseppe Siri | 24
|
Sergio Pignedoli | 15
|
Karol Wojtyła | 4
|
Altri | 15
|
Pomeriggio del 26 agosto, terzo scrutinio
[modifica | modifica wikitesto]Cardinali | Voti |
---|---|
Albino Luciani | 70
|
Giuseppe Siri | 12
|
Sergio Pignedoli | 10
|
Altri | 19
|
Quarto scrutinio
[modifica | modifica wikitesto]Cardinali | Voti |
---|---|
Albino Luciani | 101 (eletto papa)
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Altri | 10
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Conteggio Yallop
[modifica | modifica wikitesto]Secondo quanto descritto da David Yallop nel libro In nome di Dio, i seguenti sarebbero i voti dei vari scrutini:[24]
Mattino del 26 agosto, primo scrutinio
[modifica | modifica wikitesto]Cardinali | Voti |
---|---|
Giuseppe Siri | 25
|
Albino Luciani | 23
|
Sergio Pignedoli | 18
|
Aloísio Lorscheider | 12
|
Sebastiano Baggio | 9
|
Altri (secondo Yallop, Paolo Bertoli, Pericle Felici, Eduardo Francisco Pironio, Karol Wojtyła, Joseph Marie Anthony Cordeiro e Franz König) | 24
|
Secondo scrutinio
[modifica | modifica wikitesto]Cardinali | Voti |
---|---|
Giuseppe Siri | 35
|
Albino Luciani | 30
|
Sergio Pignedoli | 15
|
Aloísio Lorscheider | 12
|
Altri | 19
|
Pomeriggio del 26 agosto, terzo scrutinio
[modifica | modifica wikitesto]Cardinali | Voti |
---|---|
Albino Luciani | 68
|
Giuseppe Siri | 15
|
Sergio Pignedoli | 10
|
Altri | 18
|
Quarto scrutinio
[modifica | modifica wikitesto]Cardinali | Voti |
---|---|
Albino Luciani | 99 (eletto papa)
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Giuseppe Siri | 11
|
Aloísio Lorscheider | 1
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Elenco degli elettori
[modifica | modifica wikitesto]Assenti
[modifica | modifica wikitesto]- Valerian Gracias, Arcivescovo di Bombay, assente per motivi di salute
- John Joseph Wright, Prefetto della Congregazione per il Clero, assente per motivi di salute
- Bolesław Filipiak, Decano emerito della Rota Romana, assente per motivi di salute
Cardinali ultraottantenni
[modifica | modifica wikitesto]Di seguito la lista dei cardinali ultraottantenni alla morte di papa Paolo VI, il 6 agosto 1978. Poiché Giovanni Paolo I morì dopo soli 33 giorni di pontificato senza aver creato alcun cardinale, e poiché nessuno dei cardinali compì ottant'anni durante il suo pontificato, gli elenchi dei cardinali ultraottantenni per i due conclavi del 1978 sono identici.
Creati da Pio XII
[modifica | modifica wikitesto]- 18 febbraio 1946:
- Carlos Carmelo de Vasconcelos Motta, arcivescovo di Aparecida.
- Josef Frings, arcivescovo emerito di Colonia.
- Antonio Caggiano, arcivescovo emerito di Buenos Aires.
- 12 gennaio 1953:
- James Francis Louis McIntyre, arcivescovo emerito di Los Angeles.
- Alfredo Ottaviani, prefetto emerito del Sant'Uffizio.
Creati da Giovanni XXIII
[modifica | modifica wikitesto]- 15 dicembre 1958:
- Carlo Confalonieri, vescovo di Ostia e Palestrina, arciprete della basilica liberiana, decano del sacro collegio.
- Antonio María Barbieri, O.F.M., arcivescovo emerito di Montevideo.
- Alberto di Jorio.
- 14 dicembre 1959:
- Paolo Marella, vescovo di Porto e Santa Rufina, arciprete della basilica vaticana, vicedecano del sacro collegio.
Creati da Paolo VI
[modifica | modifica wikitesto]- 22 febbraio 1965:
- Josyp Slipyj, arcieparca di Leopoli degli Ucraini.
- Lawrence Joseph Shehan, arcivescovo emerito di Baltimora.
- 26 giugno 1967:
- Patrick Aloysius O'Boyle, arcivescovo emerito di Washington.
- Pietro Parente.
- 28 aprile 1969:
- Miguel Darío Miranda y Gómez, arcivescovo emerito di Città del Messico.
- 5 marzo 1973:
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Testo integrale della «Ingravescentem Aetatem», su vatican.va. URL consultato l'8 marzo 2013.
- ^ Testo integrale della «Romano Pontifici Eligendo», su vatican.va. URL consultato l'8 marzo 2013.
- ^ a b Zizola, p. 260.
- ^ a b Zizola, p. 261.
- ^ a b Carlo Rossella, Pignedoli o Koenig?, da Panorama, 15 agosto 2015.
- ^ Alberto Melloni, Benelli entra con 50 voti, ma vince Luciani in appena 26 ore, da Corriere della Sera, 16 aprile 2005.
- ^ Zizola, p. 266.
- ^ a b c Zizola, p. 267.
- ^ Lai, p. 263.
- ^ Zizola, p. 265.
- ^ Lai, p. 268.
- ^ Lai, p. 274.
- ^ D'Arrò, p. 17.
- ^ Zizola, p. 268.
- ^ Suenens, p. 322.
- ^ De Agostini, p. 55.
- ^ a b c d e Zizola, p. 269.
- ^ Il conclave : 25 - 26 agosto 1978 Archiviato il 29 maggio 2019 in Internet Archive. - papaluciani.com
- ^ a b Zizola, p. 270.
- ^ Vedi in basso nelle sezioni dedicate.
- ^ Diario di un pontificato, su fondazionevaticanagpi.va.
- ^ Spiazzi, p. 101.
- ^ Zizola, pp. 269-270.
- ^ Yallop, pp. 80-84.
- ^ Papa Paolo VI, con il motu proprio Ad purpuratorum Patrum Collegium, pubblicato l'11 febbraio 1965, stabilì che i patriarchi orientali assunti nel collegio cardinalizio «mantenendo la loro sede Patriarcale, non saranno insigniti del titolo di alcuna diocesi suburbicaria e nemmeno faranno parte del clero dell'Urbe». I patriarchi cardinali sono annoverati all'ordine dei cardinali vescovi, e, nella gerarchia, occupano un posto singolare: mantengono infatti la loro sede patriarcale e non viene assegnata loro alcuna sede suburbicaria.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Umberto D'Arrò, La Sede Vacante dopo la "rinunzia" di Papa Benedetto XVI, Roma, e-mediaitaly, 2013, ISBN 978-88-89991-20-6.
- Cesare De Agostini, Segregati da Dio. Tutti i conclavi del '900, Milano, Piemme, 2002, ISBN 88-3846-957-1.
- Benny Lai, Il Papa non eletto: Giuseppe Siri, cardinale di Santa Romana Chiesa, Roma e Bari, Laterza, 1993, ISBN 88-4204-267-6.
- Raimondo Spiazzi, Il cardinale Giuseppe Siri, arcivescovo di Genova dal 1946 al 1987. La vita, l'insegnamento, l'eredità spirituale, le memorie, Bologna, Edizioni Studio Domenicano, 1990, ISBN 978-88-7094-018-3.
- Léon-Joseph Suenens, Ricordi e speranze, Milano, Edizioni San Paolo, 1993, ISBN 8821525937.
- David Yallop, In nome di Dio, Napoli, Tullio Pironti Editore, 1997, ISBN 88-7937-056-1.
- Giancarlo Zizola, Il conclave, storia e segreti, Roma, Newton & Compton, 1997, ISBN 88-8183-425-1.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Filmato dell'elezione di Giovanni Paolo I, su youtube.com. URL consultato l'8 marzo 2013.