Elezione papale del 1073
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Papa Gregorio VII | |||
Durata | Dal 21 aprile 1073 al 22 aprile 1073 | ||
Luogo | Basilica di San Pietro in Vincoli, Roma | ||
Partecipanti | 12 | ||
Eletto | Gregorio VII (Ildebrando Aldobrandeschi de Soana) | ||
L'elezione papale del 1073 si svolse presso la Basilica di San Pietro in Vincoli di Roma dal 21 al 22 aprile.
Elezione
[modifica | modifica wikitesto]Il giorno successivo alla morte di Alessandro II[1], avvenuta il 21 aprile 1073, mentre aveva luogo il funerale del pontefice nella Basilica di San Giovanni in Laterano, si alzò un grido dal clero e dal popolo: «Ildebrando vescovo!». Più tardi, lo stesso giorno, Ildebrando viene portato a San Pietro in Vincoli e legalmente eletto Papa dai cardinali riuniti, con il consenso del clero romano, tra le acclamazioni ripetute delle persone.[2]
Su questa elezione è tuttora aperto un dibattito[3]: il fervore straordinario per Ildebrando era spontaneo o era frutto di qualche compromesso? Le circostanze della sua elezione non sono state molto regolari e si dice che non siano state rispettate le formalità previste dalla bolla del 1059. È stato però osservato che nessuno dei contemporanei protestò immediatamente contro l'elezione di Gregorio, perciò probabilmente l'espressione del popolo precedette quella dei cardinali, che avrebbero scelto Gregorio anche senza l'acclamazione popolare.[4]
Nel decreto di elezione del 22 aprile, Gregorio VII è detto "un uomo pio, un uomo potente nella conoscenza umana e divina, un amante distinto di equità e giustizia, forte nelle situazioni avverse, moderato in quelle favorevoli, di buoni costumi, pudico, modesto, sobrio, casto, un uomo la cui infanzia si è consumata nell'amore per la Chiesa Madre, il cui apice della sua vita è stata l'elevazione ad arcidiacono".[5]
Cardinali elettori
[modifica | modifica wikitesto]Ai sensi del decreto In nomine Domini del 1059, solo i cardinali vescovi avevano diritto di voto. A quel tempo le sedi suburbicarie della Chiesa di Roma erano sette. Nell'aprile del 1073 i cardinali vescovi viventi erano sei (la sede di Silva Candida era rimasta vacante da appena 1-2 mesi), ma i dati disponibili indicano che non più di quattro potrebbero essere stati presenti a Roma al momento della morte di Alessandro II[6]:
Nome | Nascita | Titolo cardinalizio | Ruolo | Concistoro |
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Giovanni Minuzzo | Roma | Vescovo di Labico | Legato pontificio emerito a Milano e in Inghilterra | 1061 (Alessandro II)[7] |
Uberto Belmonte | Vescovo di Palestrina | 1068 (Alessandro II) | ||
Giovanni V | Vescovo di Porto | 1058 (Stefano IX) | ||
Desiderio Epifani di Montecassino, O.S.B. | Ducato di Puglia e Calabria | Vescovo di Sabina | Abate di Montecassino | 1059 (Niccolò II) |
Ubaldo | Vescovo di Sabina | 1067 (Alessandro II) |
- Gli assenti
Due cardinali non furono presenti all'elezione:
- Gerald di Ratisbona (nominato da Alessandro II nel 1072) - Cardinale vescovo di Ostia; impegnato in una missione diplomatica all'estero;
- Pietro Igneo (nominato anch'egli nel 1072) - Cardinale vescovo di Albano; era abate di S. Salvatore di Borgonovo poi Fucecchio e il monastero si trovava molto lontano da Roma.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Il grande libro dei Papi, 2000.
- ^ Fliche, pp. 75-77.
- ^ (EN) Salvador Miranda, Election of April 22, 1073, su fiu.edu – The Cardinals of the Holy Roman Church, Florida International University.
- ^ Fliche, p. 77.
- ^ Registrum, I, 1*.
- ^ Hans-Walter Klewitz: Reformpapsttum und Kardinalkolleg. Darmstadt 1957; Rudolf Hüls: Kardinäle, Klerus und Kirchen Roms: 1049-1130. Tübingen 1977.
- ^ Prima della sua nomina a cardinale vescovo, Giovanni Minuzzo fu cardinale presbitero di S. Maria in Trastevere dal 1061 al 1067 circa.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Erich Caspar (a cura di), Epistolae selectae. Gregorii VII Registrum, vol. 1, Berlino, Weidmann, 1920. URL consultato il 17 febbraio 2018 (archiviato dall'url originale il 18 febbraio 2018).
- Augustin Fliche, Storia della Chiesa, vol. 8, Torino, SAIE, 1959.