Lydia Simoneschi

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Lydia Simoneschi in una foto degli anni cinquanta

Lydia Simoneschi[1] (Roma, 4 aprile 1908Roma, 5 settembre 1981) è stata una doppiatrice e attrice italiana. Si stima che, in quarant'anni di carriera come doppiatrice, abbia prestato la propria voce in oltre cinquemila film.[2]

Figlia d'arte (suo padre, Carlo Simoneschi, era stato un famoso attore e regista del cinema muto italiano) ancora molto giovane decise di fare l'attrice, debuttando nella compagnia teatrale di Camillo Pilotto e recitando in vari spettacoli in giro per l'Italia e l'Europa; nel 1932 debuttò sia come doppiatrice che come attrice cinematografica, ma il suo aspetto fisico poco appariscente non la favorì in quest'ultimo settore: al cinema ebbe pertanto una carriera modesta, recitando soltanto in sei pellicole tra il 1932 e il 1959 e sempre confinata a piccoli ruoli di contorno, ma le sue qualità vocali suadenti e sofisticate le aprirono la strada per diventare una doppiatrice di successo.

Si sposò giovanissima con un ufficiale altoatesino della Regia Marina, Franz Lehmann, da cui ebbe il figlio Giorgio: rimase però vedova nel 1942: subito dopo la perdita del marito abbandonò le scene teatrali, dedicandosi esclusivamente al lavoro, molto più remunerativo, di doppiatrice. Negli ultimi anni di attività lavorò anche come direttrice del doppiaggio. Nel 1949 nacque, dall’unione col cognato Luigi Lehmann, il secondo figlio, Gianni.

Lydia Simoneschi durante una sessione di doppiaggio nel 1951, assieme ad una giovanissima Maria Pia Di Meo

Fra l'inizio degli anni quaranta fino alla prima metà degli anni sessanta, la carriera della Simoneschi conobbe un periodo talmente felice da valerle la nomea di «regina» del doppiaggio italiano: prestò la sua voce a quasi tutte le più grandi dive hollywoodiane, da Ingrid Bergman a Barbara Stanwyck, da Bette Davis a Marlene Dietrich, da Maureen O'Hara a Joan Crawford, da Vivien Leigh (celebri i doppiaggi per i film Via col vento e Un tram che si chiama Desiderio) a Susan Hayward e, in varie occasioni, anche ad alcune fra le più famose attrici italiane, come Sophia Loren, Sylva Koscina e Silvana Pampanini. Una delle principali capacità riconosciute alla Simoneschi era quella di sapersi adattare molto bene ai diversi stili recitativi delle numerose attrici a cui prestava la voce.

La sua grande versatilità come doppiatrice si evidenzia, ad esempio, nel film di Pietro Germi Un maledetto imbroglio (1959), in cui doppia contemporaneamente sia una giovane Eleonora Rossi Drago, co-protagonista del film, sia l'anziana Nanda De Santis.

Lydia Simoneschi doppiò anche diversi personaggi del cinema d'animazione (specialmente nelle produzioni della Disney), interpretando il più delle volte personaggi buoni, come ad esempio le fate, ma fu anche Maga Magò ne La spada nella roccia (1962).

Dalla seconda metà degli anni sessanta diradò la sua attività di doppiatrice e se prima aveva regolarmente doppiato famose attrici, il più delle volte molto più giovani di lei e in parti da protagonista, da quel momento in poi fu quasi sempre ingaggiata per il doppiaggio d'attrici di mezza età o più anziane di lei, spesso semi-sconosciute e in parti secondarie, se non addirittura estremamente marginali: ad esempio, diede la voce a Muriel Landers nella parte della signora Blossom, che pronuncia un'unica breve frase all'interno del film Il favoloso dottor Dolittle del 1967. Tale declassamento a doppiatrice di personaggi anziani o secondari appare evidente nel film I racconti dello zio Tom: se nel 1950 Lydia aveva dato la voce alla protagonista Ruth Warrick, nel ridoppiaggio del 1973 fu invece la voce della nonna interpretata da Lucile Watson. Le due eccezioni più evidenti sono senza dubbio il russo Principessa per una notte (1968) e l'italiano La bella Antonia, prima monica e poi dimonia (1972) in cui Lydia Simoneschi presta la voce rispettivamente a Vera Titova e Luciana Turina, più giovani di lei di 40 e 38 anni.

A partire dal 1964 svolse anche funzioni di direttrice del doppiaggio. Affiancò il nuovo compito a quello ormai consolidato di doppiatrice fino al suo pensionamento, avvenuto nel 1976.

Nella primavera del 1980 l'allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini la nominò Cavaliere della Repubblica per i suoi meriti artistici.

Lydia Simoneschi morì a Roma, il 5 settembre 1981, all'età di 73 anni. È sepolta nel cimitero di Prima Porta di Roma.

Lydia Simoneschi incontra Märta Torén, una delle tante attrici da lei abitualmente doppiate (1952)
Lydia Simoneschi e Vittorio De Sica nel film Il moralista di Giorgio Bianchi (1959)

Prosa radiofonica Rai

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  1. ^ Sebbene in rari casi sia accreditata come "Lidia", l'agenzia delle entrate, tramite codice fiscale, certifica come esatta la grafia "Lydia"
  2. ^ Lydia Simoneschi, enciclopediadeldoppiaggio.it
  3. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w doppiaggio originale
  4. ^ ridoppiaggio del 1963
  5. ^ riedizione del doppiaggio del 1956
  6. ^ Episodio della serie Alfred Hitchcock presenta
  7. ^ Solo nel ruolo di Giselle du Grand
  8. ^ ridoppiato
  9. ^ solo nel ruolo di Cleopatra
  10. ^ nello stesso film doppia anche Nanda De Santis
  11. ^ a b c d dialoghi
  12. ^ sia nel ruolo di Penelope che in quello di Circe
  13. ^ a b parzialmente
  14. ^ solo nel ruolo di Lina Mercolin
  15. ^ solo alcune sequenze, in altre scene l'attrice recita con le voci di Tina Lattanzi ed Adriana De Roberto
  16. ^ in una sola scena, nel resto del film la Lollobrigida recita con la propria voce
  17. ^ Riedizione dal titolo Il generale morì all'alba
  18. ^ edizione del doppiaggio del 1952
  19. ^ edizione del doppiaggio anni '50
  20. ^ nello stesso film doppia anche Madeleine Robinson
  21. ^ ridoppiaggio anni sessanta
  22. ^ nello stesso film doppia anche Germaine Kerjean
  23. ^ solo nel ruolo di Asa
  24. ^ ridoppiaggio del 1973
  25. ^ nello stesso film doppia anche Eleonora Morana
  26. ^ nello stesso film doppia anche Eleonora Rossi Drago
  27. ^ nello stesso film doppia anche Caterina Boratto
  28. ^ ridoppiaggio 1967
  • Mario Guidorizzi, Voci d'autore, Sommacampagna, VR, Cierre Edizioni, 1999, ISBN 88-8314-030-3
  • Gerardo Di Cola, Le voci del tempo perduto, Chieti, Èdicola Editrice, 2004, ISBN 88-8267-023-6
  • Riccardo Esposito, La versione italiana del film in Il buio oltre la siepe. Il libro, il film, Le Mani - Microart's, 2009, ISBN 978-88-8012-486-3, pp. 78–80
  • Gerardo Di Cola, Lydia Simoneschi. La voce del cinema italiano, Chieti, Èdicola Editrice, 2017

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