I migliori rugbysti delle Isole Britanniche e del Commonwealth furono reclutati per i combattimenti e questo provocò il rallentamento dei tornei dapprima nel Regno Unito, poi anche nell'emisfero australe.
Fermo il torneo delle Cinque Nazioni che aveva appena riammesso la Francia, l'attività internazionale fu diradata; l'unico incontro internazionale dei transalpini fu contro una selezione dell'esercito britannico, formata dai giocatori sotto le armi.
L'incontro si svolse a Parigi il 25 febbraio 1940.
Tra il 1940 e il 1942 si tennero in Europa altri tre incontri internazionali, tutti con l'Italia come protagonista.
Nel primo di essi, a Bucarest contro la Romania, l'arbitro tedesco Krapp fece giocare una partita di 70' perché aveva erroneamente fischiato la fine del primo tempo alla mezz'ora di gioco[1]; l'incontro finì 3-0 per i rumeni.
Un mese più tardi, a Stoccarda, l'Italia batté la Germania[2] e due anni più tardi, nel 1942, batté a Milano la Romania[3].
Quello fu l'ultimo match internazionale degli azzurri nel periodo bellico.
A livello di campionati nazionali, si continuano a disputare alcuni tornei, in paesi neutrali o che, pur coinvolti, non sono inizialmente toccati dalla guerra sul proprio suolo. È Il caso dell'Italia, dell'Australia e della Francia di Vichy (essendo il Sud della Francia sotto il governo di Petain, la maggior parte delle squadre riuscì a partecipare a questi campionati di guerra). Ovviamente il livello di gioco risente della mancanza dei giocatori impegnati in guerra.
In Inghilterra, la squadra ad inviti dei Barbarians disputa alcune partite contro selezioni organizzate da JE Thorneloe, segretario dei Leicester Tigers.
A fine anno l'attività si intensifica con un'amichevole tra Galles e Francia e la costituzione della squadra dei "Kiwis" selezione dei giocatori neozelandesi sotto le armi, di stanza in Europa.